Se hai voglia di scoprire perché nobilitato e laminato non sono la stessa cosa troverai tra le prossime righe alcune informazioni interessanti.
Per cominciare facciamo una piccola raccolta di tutte le parole che in un ipotetico esercizio di brain storming potrebbero essere affiancate alle sopra citate “nobilitato” e “laminato”. Ed ecco che con forza quasi magnetica vengono richiamate: “melammina”, “pannello melamminico”, “truciolare nobilitato”, “HPL”; fermiamoci qui.
Premesso che stiamo parlando di materiali per il design, proviamo adesso a fare le dovute distinzioni, che se da un punto di vista linguistico sembrano non essere particolarmente rilevanti (tant’è che ci si intende ugualmente), da un punto di vista pratico, non è semplicemente una questione di “puntini sulle i”. Le differenze si fanno più interessanti.
PERCHÈ NOBILITATO
Innanzitutto è bello partire con una premessa che aiuta ad approcciare l’argomento con una buona dose semplicità. Il termine “nobilitato” deriva da “nobilitare”, ovvero rendere nobile. Nel linguaggio industriale “nobilitare” significa proprio sottoporre un prodotto a trattamenti che né migliorino la qualità o né aumentino il pregio.
Ed ecco che il nobilitato altro non è che un pannello grezzo di truciolare (particelle di legno) rivestito generalmente su due lati con carta melamminica. Per carta melamminica si intendono fogli molto sottili di carta impregnati di resina melamminica.
Da qui è facile comprendere perché “nobilitato” è sinonimo di “pannello melamminico”, di “truciolare nobilitato” o più comunemente di “melammina”. La carta viene applicata al pannello per mezzo di presse che scaldano la resina termoindurente in essa contenuta in modo da farla reagire ed aderire al pannello per creare un unico prodotto.
I motivi del successo del Nobilitato
Il nobilitato è un prodotto che negli ultimi anni ha sicuramente incontrato il favore del mercato per due motivi.
Per prima cosa è relativamente economico, poiché le materie prime di cui è composto sono particelle di legno, talvolta provenienti dal riciclo di altri materiali, carta e resine.
In secondo luogo, ma non meno importante, grazie alla ricerca tecnologica ed alla creatività di alcune aziende leader del settore, l’elevatissima capacità di mimesi di questo prodotto lo ha reso molto accattivante anche da un punto di vista puramente estetico, incontrando l’approvazione ed gusto di coloro che dettano le tendenze nel mondo del design. Il nobilitato trova applicazione in svariati ambiti, dall’arredo d’interni, al contract, agli allestimenti fieristici, etc.
Attenzione all’ambiente ed alla salute
Con questa tipologia di materiale si può operare nella direzione del rispetto dell’ambiente, con le certificazioni FSC® e PEFC™. Alcune aziende produttrici, distributrici e di trasformazione, su base volontaria, decidono di certificarsi. Entrambe queste certificazioni si occupano di verificare e garantire una gestione sostenibile delle foreste ed il mantenimento della catena di custodia lungo tutto il percorso che va dal produttore al consumatore finale.
Per i nobilitati si sta lavorando anche nella direzione della riduzione del rilascio di formaldeide. Il rilascio di formaldeide è dato principalmente dall’impiego di resine amminoplastiche (ureiche e melamminiche). Le carte trattate con resine melamminiche sono di qualità superiore rispetto alle carte impregnate con resine ureiche.
Esistono degli standard europei che definiscono il limite massimo di rilascio di formaldeide oltre il quale il pannello non è commercializzabile sul territorio europeo (E1, estratto della norma UNI EN 13986). L’Italia ha legiferato con il decreto del 10/10/2008, che ha reso cogente la normativa europea. Ciò significa che non possono essere messi in commercio pannelli che non rispettino i parametri E1.
Alcuni di essi sono inoltre conformi anche ai più rigorosi standard californiani (CARB2), che dal 2018 saranno estesi a tutti gli Stati Uniti.
Come orientarsi nella scelta del Nobilitato
L’offerta sul mercato attualmente è molto ampia. In ogni caso resta un materiale economico, con i dovuti distinguo. In base alla qualità ed alle caratteristiche conferite dal produttore può essere ovviamente più o meno costoso.
La maggior qualità è data dalla scelta delle materie prime utilizzate, dalla tipologia di carte impiegate, dalle resine selezionate e dalla ricerca effettuata.
COS’E’ UN LAMINATO
Avventuriamoci ora nel mondo dei laminati, che nonostante lo scopo comune, ovvero quello di nobilitare una superficie, si differenziano dai pannelli nobilitati principalmente per la loro struttura.
Scegliere un laminato significa infatti scegliere un vero e proprio rivestimento. Generalmente, se si parla di laminato senza ulteriori specifiche, si intende una lastra piuttosto fine, con uno spessore che può variare da 0,2 a 0,6 mm, composta da uno strato protettivo, chiamato overlay, normalmente impregnato di resine melamminiche, a cui viene aggiunta una carta, anch’essa impregnata di melammina, che né conferisce l’aspetto estetico (colore, disegno) ed un retro composto sempre di uno o più strati di carta fenolica, denominato kraft.
Il risultato dell’accoppiamento di tutti questi strati è appunto il cosiddetto foglio di laminato, che se fatto con un overlay robusto diventa un materiale resistente ai graffi, ai solventi, agli acidi, all’ammoniaca. Ecco perché viene anche utilizzato per rivestire piani di cucine, tavoli di lavoro e superfici destinate ad un uso piuttosto intenso.
Tuttavia, selezionare un laminato significa scegliere un materiale che di fatto deve poi essere incollato ad un altro supporto che avrà la funzione di dare stabilità. Per supporto si intende ad esempio un pannello di multistrato, di listellare, di truciolare, etc da scegliere a seconda delle varie esigenze tecniche e di budget.
L’evoluzione del Laminato
Anche nel campo dei laminati la ricerca tecnologica ha consentito di modificare la composizione e l’aspetto di questo materiale. Sono passati alla storia gli arredi della collezione Memphis, fatti di laminati plastici dai colori più o meno forti. Uno di questi arredi fu proprio il mobile Carlton che sarà esposto fino all’11 marzo 2018 alla Triennale di Milano in una mostra intitolata “There is a planet” dedicata ad Ettore Sottsass.
Il laminato di quegli anni, primi anni ’80, dai colori pieni e molto decisi, segnò uno stile ed un’epoca. Ripudiato dalla quasi totalità degli architetti dell’epoca, venne invece “nobilitato” dal celebre architetto Ettore Sottsass e reso popolare. All’epoca il laminato richiamava molto la plastica. Oggi esistono versioni di laminato che come i pannelli melamminici riproducono alcuni effetti in maniera molto verosimile.
Diverse tipologie di Laminato
Esistono diverse versioni di laminato, quella sopra descritta corrisponde al CPL (Continuous Pressure Laminate), che è realizzato in maniera continua con presse a rullo, che esercitano una pressione inferiore rispetto a quella esercitata da una pressa piana.
L’HPL (High Pressure Laminate) è la versione di laminato realizzato su presse piane. In questo caso lo spessore del materiale può variare da 0,5 a 20 mm, realizzando un tipo di laminato molto resistente che trova impiego anche per rivestimenti di facciate esterne, oltre che come top da cucina, bagno e rivestimenti a pavimento.
Una delle ultime versioni di laminato è il CHPL (Continuos High Pressure Laminate), ovvero un tipo di laminato con spessore che varia da 0,6 a 0.8 mm, ottenuto su presse a rullo, ma con una resistenza paragonabile all’HPL.
Dopo questo breve approfondimento continueremo a parlare di nobilitati come fossero laminati e viceversa, la lingua ce lo perdona. Ma con la consapevolezza che si tratta di materiali diversi.